Poteri illegittimi by Noam Chomsky C.J. Polychroniou

Poteri illegittimi by Noam Chomsky C.J. Polychroniou

autore:Noam Chomsky, C.J. Polychroniou
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie


Capitolo diciassettesimo

La cooperazione Cina-Stati Uniti è indispensabile per scongiurare una nuova Guerra fredda

C.J. Polychroniou. Noam, negli ultimi trent’anni le relazioni tra Stati Uniti e Cina hanno attraversato alti e bassi. Oggi, com’è noto, i rapporti sono molto più antagonistici rispetto anche solo a dieci anni fa. Secondo te, a quali forze o processi sono da imputare le sempre maggiori tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina?

Noam Chomsky. Dopo la caduta dell’URSS si parlò entusiasticamente della fine della storia, con la vittoria totale della «democrazia liberale» (espressione in codice per ‘Stati Uniti’). Un corollario era che la Cina da quel momento poteva essere assorbita all’interno dell’«ordine internazionale basato sulle regole».

Quest’ultima è un’espressione ormai consolidata su cui vale però la pena di soffermarsi. Si riferisce a un ordine internazionale in cui gli Stati Uniti stabiliscono le regole, sostituendo l’ordine internazionale fondato sull’ONU che gli USA ritengono antiquato e irrilevante. La Carta delle Nazioni Unite è la Legge suprema del paese in base alla Costituzione degli Stati Uniti, che pure viene costantemente violata: una questione che non interessa granché a coloro che giurano fedeltà al Testo sacro. Le disposizioni della Carta sono ritenute inadeguate al mondo moderno da quando gli Stati Uniti hanno perso il controllo delle Nazioni Unite con la decolonizzazione, e occasionalmente anche di alcuni paesi privilegiati. Gli Stati membri dell’ONU non sanno più «come si gioca»: fu l’espressione usata da Thomas Friedman per ridicolizzare la Francia che non aveva appoggiato la caritatevole invasione statunitense dell’Iraq, aggiungendovi un suo appello affinché il miscredente fosse privato del seggio permanente al Consiglio di sicurezza. «Il più grande organo deliberativo del mondo», come si autodefinisce il Senato, si accontentò di ribattezzare le french fries (‘patatine fritte’) della mensa «patatine della libertà».

Le persone di buon senso sanno che l’obsoleto ordine internazionale basato sull’ONU deve essere rimpiazzato dall’ordine basato sulle regole, il quale comprende tra l’altro dispositivi come gli «accordi di libero scambio», in realtà fortemente protezionistici, che proprio in questo periodo stanno producendo gradevoli effetti come il veto a un «vaccino popolare» che allevierebbe i disastri provocati dal COVID. I clintoniani erano particolarmente entusiasti di assorbire una Cina opportunamente disciplinata all’interno di questo lungimirante ordine basato sulle regole.

Ma le cose non sono andate come previsto. La Cina si rifiuta di giocare quando non vuole. Peggio ancora, non può essere intimidita. Va per la sua strada. Una strada spesso discutibile, ma questo è secondario per l’ordine basato sulle regole, che tollera gli spietati crimini dei giusti – in particolare dei padroni – con equanimità e non di rado con compiacimento.

La Cina non è l’Europa. I paesi europei possono adirarsi quando gli Stati Uniti decidono di mandare in fumo l’accordo congiunto con l’Iran (il JCPOA) e di imporre sanzioni per punire l’Iran stesso del fatto che Washington ha mandato all’aria l’accordo. Possono anche arrivare a dichiarare che troveranno il modo per aggirare le dure sanzioni degli Stati Uniti. Ma alla fine si adeguano, non essendo disposti a incorrere nell’ira del Padrino né nelle sue misure punitive, come l’espulsione dal sistema finanziario internazionale controllato da Washington.



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